La durata di una protesi correttamente eseguita è quasi sempre legata alla sopravvivenza dei pilastri che la sostengono, siano essi denti naturali o impianti, alla resistenza strutturale dei materiali utilizzati e al mantenimento igienico domiciliare associato a periodiche visite di controllo.
Prima di tutto è necessario sapere se si tratta di un ponte su denti o su impianti. In quest’ultimo caso la soluzione è semplice: si è svitato qualcosa che è necessario ri-avvitare.
Se il ponte è su denti e la mobilità è causata dalla decementazione di uno dei pilastri, la soluzione può essere più complessa: il ponte deve essere rimosso altrimenti il dente interessato dalla decementazione si carierà molto rapidamente. A volte è possibile togliere il ponte senza danneggiarlo, ma spesso, per non compromettere gli altri denti che lo sostengono, soprattutto se questi sono devitalizzati, è necessario tagliarlo, e quindi successivamente sostituirlo.
No, non è vero. Anzi, è vero il contrario.
La letteratura scientifica dimostra che gran parte delle complicanze protesiche tardive è legata proprio ai denti devitalizzati, in quanto la perdita di sostanza causata dalla devitalizzazione e l’alterazione della composizione della struttura dentaria li rendono più fragili.
Una cosa certa, anch’essa riscontrabile dall’analisi della letteratura scientifica, è che un dente devitalizzato, specialmente se molare o premolare, necessita di una copertura protesica al fine di evitare o ridurre il rischio di fratture dentali irrimediabili.