In caso di necessità assolutamente si, l’unico problema consiste nel fatto che è meglio evitare radiografie almeno nei primi tre mesi di gravidanza. Esistono in realtà anche altre complicazioni che possono essere però agevolmente controllate se l’Odontoiatra lo ritiene praticabile nel caso specifico. In ogni caso, i nove mesi di gravidanza sono troppi per non intervenire quando esistono gravi problemi. Va tenuto poi presente che le donne in gravidanza sono particolarmente soggette a problemi legali ai denti e alle gengive proprio nel periodo della gravidanza stessa.
Si tratta di una ipotesi abbastanza rara nel senso che normalmente il dente da devitalizzare fa male, e anche molto. A volte può capitare che il dente abbia fatto male nel passato ma che alla fine – in assenza di intervento medico – l’infezione abbia causato la necrosi del nervo; ovvio che in quest’ultimo caso il dente non fa più male ma va devitalizzato comunque per evitare che l’infezione vada avanti e faccia danni più importanti all’osso sottostante.
Un dente devitalizzato è più fragile perché la parte interna del dente che viene distrutto dalla carie è una delle parte più dure del nostro organismo. Per questo motivo si utilizzano cementi endocanalari e perni che hanno come scopo quello di irrobustire la ricostruzione del dente stesso. I materiali da ricostruzione non raggiungono però la stessa robustezza del materiale originario; soprattutto i molari e i premolari che hanno due o più radici sono più soggetti a fratture e proprio nella zona di biforcazione delle radici perché le forze masticatorie si scaricano proprio in quel punto e possono comportare nel tempo la frattura del dente; per questo motivo, dopo averlo ricostruito, è opportuno proteggere il dente con una capsula (o corona) che serve anche a fare in modo che le forze masticatorie si scarichino sul diametro della corona invece che in un punto specifico.